05/10/2017
Valorizzare i giovani, c’è una via sindacale

Lettera aperta di Nora Garofalo, Segretaria generale Femca Cisl, a Marco Tarquinio, Direttore responsabile del quotidiano nazionale Avvenire, dal titolo “Valorizzare i giovani, c’è una via sindacale” (5 ottobre 2017, pag.2).


Samita, 29 anni, indiana, fa parte della Rappresentanza sindacale nella Oldrati Spa di Brescia. Nell’azienda lavorano tantissimi suoi connazionali. Lei coniuga lavoro, impegno sindacale e studio: dopo essere entrata nella sua azienda poco più che diciassettenne, ora sta portando a termine l’ultimo anno di scuola superiore. Adela, 35 anni, rumena, è Rsu in una lavanderia industriale di Forlì, e grazie al suo ruolo sindacale tutela i diritti dei suoi colleghi, molti dei quali italiani. Monica e Davide, invece, 27 e 30 anni, lavorano in due aziende concorrenti di Savona che producono vetro cavo. Tra di loro non mancano sfottò e frecciatine, ma l’impegno sindacale comune ha consentito la nascita di una grande amicizia. Sono solo alcune delle storie emerse nel corso di “Tracce, luoghi, sguardi. Per un buon lavoro, per un buon sindacato”, il percorso formativo organizzato dalla Femca Cisl nazionale, in collaborazione con la Fondazione Giulio Pastore, che si è tenuto nei giorni scorsi tra Firenze e Siena. I protagonisti sono stati 32 tra giovani studenti, lavoratori, delegati e operatori delle strutture regionali e territoriali della Federazione dei settori energia, chimica e farmaceutica, tessile e abbigliamento. Un’esperienza formativa forte e dinamica, con al centro i valori della persona, del lavoro e dell’ambiente. Un itinerario di accostamento al sindacato che ha avuto come principale scopo quello di descrivere la realtà, coinvolgere i partecipanti attorno ai valori propri della Cisl, di democrazia, libertà e giustizia sociale, e aiutarli a comprendere le dinamiche della rappresentanza sindacale. Il percorso si inserisce nel più ampio progetto di rinnovamento della Federazione. Oggi solo il 12% degli iscritti alla Femca ha meno di 35 anni. Il ritardo con cui si entra nel mondo del lavoro e l’allungamento dell’età pensionabile non devono essere un alibi. La verità è che fatichiamo a coinvolgere i giovani. E iniziative come questa ci aiutano a trovare la chiave giusta per entrare in rapporto con le nuove generazioni nelle loro diverse espressioni, e allo stesso tempo intercettare le necessità e i linguaggi di tante ragazze e ragazzi che spesso dopo la scuola sono lasciati soli, e accoglierli in un contesto che ascolti i loro bisogni e li accompagni nel mondo del lavoro. Con questo percorso abbiamo avuto la conferma che la Femca, la Cisl, tutto il sindacato, rappresentano uno strumento insostituibile di integrazione e partecipazione, a dispetto di chi non perde occasione per attaccarci e screditarci.  Ci impegniamo ogni giorno per restituire fiducia e speranza ai giovani, responsabilizzandoli, integrandoli e valorizzandoli nel sindacato. Ma non basta: vogliamo essere ogni giorno di più al servizio del loro protagonismo, del loro riscatto sociale. Dal governo, invece, ci aspettiamo un maggiore coraggio su questi temi, dal momento che sembra aver rinunciato all’introduzione dello “Ius soli”. Tutti quanti, sindacato incluso, abbiamo un dovere ed una responsabilità grandissimi: contribuire a costruire il loro futuro!

 

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