06/11/2020
TREOFAN TERNI, SINDACATI E MISE: “NO ALLA LIQUIDAZIONE”. GAROFALO: “DA JINDAL NESSUN RISPETTO PER LAVORATORI E TERRITORIO”

Comunicato stampa delle segreterie nazionali Filctem-Femca-Uiltec

La vicenda Treofan è giunta all’epilogo finale! Dopo tante farse, bugie, dichiarazioni non rispondenti alla realtà Manfred Kauffman è stato costretto a svelare la vera natura dell’acquisizione del gruppo Treofan da parte della multinazionale indiana Jindal. In virtù di una trimestrale in rosso, peraltro tutta da dimostrare, ai tempi del Covid, ha confermato la volontà degli azionisti di cessare l’attività dello stabilimento e di avviare la liquidazione dell’azienda. L’azienda ha dichiarato di avere assunto una decisione “ irrevocabile ” e
assolutamente necessaria viste le difficoltà di mercato ed economiche che hanno investito il gruppo e tutti gli stabilimenti europei. Altro non è invece che l’epilogo finale di chi ha acquisito il gruppo per togliere di mezzo un concorrente scomodo dal mercato e accaparrarsi la clientela.
Un’operazione chiara fin dall’inizio, denunciata da subito dalle Organizzazioni Sindacali, che ha visto dapprima la chiusura dello stabilimento di Battipaglia, lo svuotamento di prodotti e clienti, del know how, delle materie prime; ha visto la cancellazione di prodotti e la sostituzione degli stessi con altrettanti a marchio Jindal, il trasferimento degli ordini agli altri stabilimenti del gruppo.
L’accordo del 10 agosto scorso ha avuto il merito di fare svelare la vera natura dell’azienda a tutti gli interlocutori istituzionali. La disponibilità dei Lavoratori di dimostrare la propria capacità di produrre, la volontà di accettare di alternare lavoro e ammortizzatori sociali , la disponibilità di congelare la protesta in favore della collaborazione e del dialogo, sono stati ancora una volta oggetto di sbeffeggiamento e tradimento da parte aziendale e nessuno dei punti qualificanti dell’ accordo sono stati realizzati. Questa volta però nel muoversi in modo particolarmente scomposto, ha rivelato la sua ignobile natura a tutti i soggetti, tanto da suscitare reazioni decise nei soggetti istituzionali.
Infatti la sottosegretaria On. Alessandra Todde, che ha presieduto il tavolo, ha annunciato all’AD dell’azienda, che il Governo Italiano perseguirà una risoluzione positiva della vicenda verso la continuità produttiva , attivando tutti gli strumenti istituzionali e legali, per verificare la legittimità delle operazioni messe in campo d all’azienda lungo tutto il periodo dall’acquisizione ad oggi. Le continue denunce, anche dettagliate, delle Organizzazioni Sindacali hanno messo in luce le contraddizioni a partire dai fondi comunitari ricevuti nel nostro Paese, la penalizzazione economica e produttiva per lo stabilimento di Terni della società controllata Treofan, in favore della controllante Jindal e degli altri stabilimenti del gruppo; la richiesta della Cassa per Covid contestualmente allo spostamento degli ordinativi di prodotti dallo stabilimento. Una serie di fatti che saranno finalmente approfonditi, in una chiara unità di intenti delle Organizzazioni Sindacali e le Istituzioni.
E’ stato denunciato anche il rischio per le altre aziende del polo che si intrecciano nei servizi con Treofan, che a seguito del fermo delle produzioni della stessa, rischiano di compromettere la continuità produttiva. Un tema su tutti quello relativo alla depurazione delle acque reflue che oltre alla criticità delle altre aziende rischia di creare un problema ambientale per la cittadinanza ternana. Le OO.SS hanno inoltre fortemente contestato alla Treofan la modalità di chiusura delle attività produttive con la messa in liquidazione dell’azienda, in quanto questa non consentirebbe di accedere agli strumenti di ammortizzatori sociali e chiuderebbe la strada a possibilità di reindustrializzazione del sito per una continuità produttiva ed occupazionale. Le OO.SS unitamente alle istituzioni hanno invitato l’azienda ad un ripensamento ed intraprendere percorsi diversi che possano consentire con certezza la possibilità di accedere alla Cigs senza i licenziamenti ed intraprendere la strada della cessione del sito avvalendosi di un advisory per una reindustrializzazione del sito.
Siamo solo all’inizio di questa nuova fase, nelle prossime ore attendiamo le risposte da parte aziendale per iniziare un percorso di cessione e ripresa delle attività dello stabilimento. Nel frattempo i lavoratori presidieranno lo stabilimento convocando l’assemblea permanente, in attesa di conoscere le prossime decisioni aziendali e soprattutto in attesa dei risultati delle indagini ministeriali avviate. “Una cosa è chiara, non accetteremo mai di vedere chiuso un’altra produzione fondamentale per l’economia attuale e futura della Città di Terni e del Paese”.

Sulla vicenda è intervenuta anche Nora Garofalo, segretaria generale della Femca: “A Terni – ha detto – stiamo assistendo alla replica di quanto già visto a Battipaglia: anche in questo caso il gruppo indiano Jindal, con la cessazione dell’attività della Treofan, sta dimostrando di non avere un briciolo di buon senso e di non avere il minimo rispetto di centinaia di lavoratori e di un territorio importante come quello ternano. Ancora una volta i vertici della Jindal stanno dimostrando il disprezzo delle più elementari regole di relazioni industriali, anche perché su questa vertenza c’è un tavolo aperto con il Governo. Chiudere il sito di Terni – prosegue – come già avvenuto a Battipaglia, ha come unico scopo sottrarre il know-how alla Treofan per trasferirlo a Jindal e utilizzarlo in altri stabilimenti fuori dall’Italia, e far cessare l’attività di un altro stabilimento, vero obiettivo che aveva il gruppo indiano all’atto dell’acquisizione della Treofan. Un comportamento discutibile e inaccettabile pagato a caro prezzo dai lavoratori. Ci stiamo opponendo con ogni mezzo allo smantellamento di questa importante realtà produttiva, un pezzo significativo della storia di quel settore e del settore in Italia”, conclude Garofalo.

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