23/09/2020
SINDACATI E CONFINDUSTRIA MODA SCRIVONO AL GOVERNO PER RILANCIARE IL SETTORE

Roma, 23 settembre 2020 – Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil insieme a Confindustria Moda hanno sottoscritto, nel tardo pomeriggio di ieri, un , da consegnare al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai Ministri interessati, recante le proposte per la tutela e la ripresa dell’industria della Moda. Ricordiamo che il settore italiano Tessile-Moda-Accessorio è costituito da quasi 66 mila aziende, occupa oltre 580 mila addetti e ha un fatturato di quasi 96 miliardi di euro, di cui il 65,9% in esportazioni.

Tra le richieste dei Sindacati e di Confindustria contenute nel documento rilevante è il tema della sicurezza. Occorre, infatti, sostenere le imprese nell’applicazione rigorosa dei protocolli condivisi dalle Parti per garantire la salvaguardia della salute e il contenimento dei rischi di contagio.

In linea con le politiche messe in atto dal Governo, si richiede una ulteriore riduzione del cuneo fiscale: nella moda, infatti, il costo del lavoro incide per oltre il 30% sui costi di produzione. Questo agevolerebbe la competitività. Inoltre, dato il perdurare della crisi pandemica, nel documento si richiede di estendere gli ammortizzatori sociali straordinari per tutto il 2021.

Filctem, Femca, Uiltec e Confindustria Moda, per tutelare l’intero settore da pericoli della concorrenza sleale e dai fenomeni di dumping contrattuale, ribadiscono la necessità di completare il processo di certificazione della rappresentanza, per sostenere anche attraverso un quadro normativo coerente l’applicazione generalizzata del contratto nazionale di lavoro sottoscritto dalle organizzazioni sindacali e datoriali maggiormente rappresentative; di applicare strumenti contrattuali concordati tra le parti per l’agevolazione dei CCNL; di implementare un efficace sistema di controllo pubblico.
Essenziale sarà, inoltre, stimolare e agevolare la crescita dimensionale delle imprese per meglio affrontare le crisi come l’emergenza Covid-19 ha dimostrato. Aziende di maggiori dimensioni avrebbero di fronte a queste difficoltà maggiore capacità di successo. Sarà poi importante sostenere politiche di reshoring per sensibilizzare e incoraggiare le aziende che negli scorsi anni hanno allontanato le loro produzioni dall’Italia, in modo da riportarle nel nostro Paese e rafforzare così il sistema del Made in Italy. Per quanto riguarda i processi di promozione internazionale dei prodotti Made in Italy, si richiede che la programmazione dei progetti messi in campo dal Governo vengano preventivamente condivisi con i firmatari del documento, in modo che i fondi disponibili siano effettivamente orientati ed utilizzati per le necessità di espansione nei mercati più promettenti. Sulla formazione tecnica e professionale è necessario mantenere alta l’attenzione, soprattutto verso i giovani che sono il futuro del settore. Sarà importantissimo investire per dare continuità e qualità alle competenze richieste dalle professioni della moda nell’era dell’industria 4.0 e della digitalizzazione. A tale scopo non è secondario definire congiuntamente le modalità di utilizzo del Fondo Nuove Competenze e dei Fondi Interprofessionali.
Inoltre, data la forte vocazione del lavoro femminile nel settore, le parti firmatarie di questo documento ritengono necessario che si prevedano forme di sostegno pubblico per favorire processi di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

Il nostro auspicio – sottolineano infine Filctem, Femca, Uiltec – è che questa sinergia possa costituire una spinta al rinnovo dei contratti ancora in sospeso. Nei settori tessile-abbigliamento, calzaturiero, occhialeria, conciario e pelli, ad esempio, ci sono oltre 550 mila lavoratori ancora senza contratto, un ritardo inaccettabile per il quale ci appelliamo al senso di responsabilità dimostrato dalle controparti nel condividere il documento”.

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