27/03/2012
Chimico. Buone pratiche di contrattazione aziendale

È il premio di partecipazione lo strumento maggiormente contrattualizzato a livello aziendale. Al secondo posto le relazioni industriali, a seguire l’orario di lavoro, l’ambiente, la formazione, la responsabilità sociale d’impresa. Sono i risultati del Report sulla contrattazione di secondo livello nel comparto chimico elaborato dalla Femca Cisl nazionale che ha voluto fare un’analisi sulla contrattazione svoltasi nelle aziende, dopo l’accordo del 2009 sulla riforma del modello contrattuale. Il report è basato sui dati acquisiti dalle strutture territoriali e regionali, relativi ai contenuti ed ai risultati prodotti dagli accordi tra le parti firmati tra il 2009 e il 2011.

“Alla struttura nazionale – dice Luciano Tramannoni, operatore della Femca responsabile dell’elaborazione dei dati –  sono pervenuti 157 accordi integrativi aziendali siglati negli ultimi tre anni che hanno interessato circa 54mila lavoratori dei quattro settori del chimico e su questi dati abbiamo effettuato l’elaborazione”. I dati si riferiscono ai contratti integrativi siglati nelle diverse aree del comparto. A farla da padrone è il chimico-farmaceutico con 101 accordi su 157 e 32.700 lavoratori interessati; 34 accordi invece quelli siglati nelle aziende della gomma-plastica che hanno coinvolto 10.500 addetti; 14 nel vetro (6.500 addetti); 8 nella ceramica (4.300 addetti).

Gli accordi analizzati, tutti firmati dalle Rsu (e in alcuni casi anche dalle strutture territoriali, regionali o nazionali), sono di aziende con una forte variabilità dimensionale in termini di occupazione, fatturato, siti produttivi; aziende multinazionali e nazionali di piccola e media dimensione. “La prevalenza degli accordi arrivati – continua Tramannoni – riflette anche la consistenza e la variabilità della contrattazione e testimonia i differenti approcci al negoziato”.

Il capitolo maggiormente presente è il rinnovo del premio di partecipazione o di risultato (126 accordi su 157) ma i valori economici sono stati i più variegati: solo in 3 accordi il premio di partecipazione ha superato i 2.500 euro, in 14 il premio va da 2.000 a 2.500 euro, in 30 contratti aziendali oscilla da 1.500 a 2.000 euro, in 34 da 1.200 a 1.500 euro, in 27 da 800 a 1.200 euro e in 12 casi da 500 a 800 euro. In 47 casi sono stati inseriti capitoli inerenti le relazioni industriali, soprattutto nelle grandi aziende e nei gruppi dove si è costruito un modello di relazioni e di confronti annuali, semestrali o trimestrali. Altro tema ricorrente (in 40 accordi) è l’orario di lavoro dove principalmente vengono concordate le flessibilità di orario così come le ferie e le fermate.

La responsabilità sociale d’impresa è stata sottoscritta in 31 accordi aziendali, testimonianza che il tema è sentito tra i lavoratori riscontrando un ottimo consenso. I risultati maggiormente acquisiti sono i permessi retribuiti per paternità, visite mediche, assistenza a figli ammalati. Poi l’aumento dei contributi a carico dell’azienda per il fondo di previdenza integrativa (Fonchim) e sanitario (Faschim). Ancora poco spazio invece ai temi del sostegno al reddito (1 accordo), del telelavoro (3) e della maternità (6).

Un report importante che dà indicazioni e spunti di lavoro anche per i futuri rinnovi contrattuali la cui fase di trattativa per alcuni settori partirà già a giugno e che mette in evidenza l’esistenza di una parte sana e vitale del sistema produttivo, anche se quantitativamente inferiore rispetto a quella in sofferenza che attraversa forti riorganizzazioni.

Primo bilancio positivo, quindi, sulla contrattazione aziendale che si è inserita con più incisività ed efficacia nei processi produttivi e organizzativi dell’impresa con effetti positivi sulle condizioni dei lavoratori e del lavoro nelle sue diverse forme (salariali, normative, di welfare).

(27 marzo 2011)

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