03/12/2015
Geopolitica dell’Energia. Risorse, scenari

La politica ha trovato e continua a trovare nella sicurezza degli Stati la sua principale dimensione di indagine. Nelle società industrializzate quest’ultima è intimamente legata alla disponibilità di risorse energetiche, che influiscono in misura determinante sullo sviluppo di un Paese, sul suo grado dipendenza dai partner esteri e sulla formulazione del suo concetto di “interesse nazionale”. Le risorse energetiche, di conseguenza, si sono attestate al vertice dell’agenda globale e del dibattito politico e scientifico.     Tanto tra gli analisti quanto nell’opinione pubblica si è radicata l’idea per cui gli Stati sono ormai ridotti a meri esecutori di volontà dettate dai centri di potere economico. Le crisi più recenti, tuttavia, hanno messo a nudo la fragilità di tale assunto, fornendo un’ulteriore prova della complessità del rapporto tra poteri pubblici e privati nel settore delle risorse energetiche. Superando le generalizzazioni, l’osservatore si imbatte in dinamiche radicalmente eterogenee. Da un lato, Stati che utilizzano gli operatori economici in tempo di pace e gli eserciti in tempo di guerra per difendere o rafforzare il controllo sulle risorse energetiche. I conflitti in Iraq, Ucraina e Libia sembrano riaffermare l’idea che “il commercio segue la bandiera” e diventa strumento della politica di potenza degli Stati e non viceversa. Dall’altro, governi che non solo rinunciano alla gestione del settore delle risorse, ma che abdicano alla propria responsabilità regolatoria, divenendo ostaggio di interessi privati. Prende così forma la “cattura del regolatore”, un’immagine che ben descrive la crisi delle istituzioni pubbliche. È questa eterogeneità di scenari che rende necessaria un’analisi puntuale dei singoli contesti politici ed economici nei quali prende forma la geopolitica dell’energia. La Scuola Geopolitica dell’Energia. Risorse, scenari, sicurezza si prefigge di fornire agli studenti gli strumenti necessari a decifrare le dinamiche geopolitiche e geoeconomiche delle regioni che appaiono più profondamente interconnesse con l’Italia.

 
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