14/03/2017
Ex Legler: il racconto appassionato di Kati Contini sull’accordo a favore dei 22 lavoratori in mobilità

Il giorno 13 marzo 2017 si è concluso con la firma istituzionale, l’iter triennale sull’accordo “speciale”, relativo ai 22 lavoratori ex Legler ultracinquantenni.
Accordo storico che ci ha visti creatori di una linea di intervento innovativa, insieme alla RAS (Regione Autonoma della Sardegna) di vero welfare nelle politiche attive per il lavoro.

La vicenda di questi lavoratori parte nel 2009, con un accordo che prevedeva il loro impiego presso le PPAA, mentre percepivano la mobilità ordinaria e un’integrazione da parte della stessa Ras, in modo da equiparararliai loro colleghi che usufruivano di un accordo gemello ministeriale (ex legge Maroni).
Agosto 2014, la fine di tutto. Il percorso viene interrotto a causa del cambio normativo che decreta il termine degli ammortizzatori sociali.
Si riesce a recuperare un anno facendo transitare questi lavoratori nel calderone della mobilità in deroga e di cantieri di utilizzo dei Comuni , e nel frattempo si costituisce il comitato di monitoraggio regionale sul tessile, che nella provincia di Nuoro conta circa 1500 lavoratori fuori usciti da qualsiasi sistema di politiche passive e attive per il lavoro. È nell’ambito dei lavori del Comitato che si cerca di trovare soluzione per questo gruppo di lavoratori, 26 in origine, che meritano la priorità, vista la condizione particolare dell’età e del disatteso impegno sul precedente percorso. Nasce allora l’esigenza di coinvolgere, oltre alla Presidenza della Regione e Assessorato al lavoro e Agenzia regionale per il Lavoro, i Sindaci del territorio, dove i lavoratori risiedono,e valutare con loro le esigenze, i campi di intervento e sollecitare soprattutto il reperimento delle risorse necessarie. Il lavoro è lungo e delicato, muovendoci in una realtà dove la crisi galoppa e affossa intere comunità, e dove non è semplice ritagliare soluzioni anche per un numero così ridotto di persone.
Ma la costanza e la determinazione, ci hanno portato con orgoglio e con grande soddisfazione personale , a raggiungere l’obiettivo prefissato!
Cosa hanno di speciale questo progetto e questo accordo? Prima di tutto restituiscono dignità ai lavoratori, che percepiranno una retribuzione equa, in base alle ore lavorative prestate, una quota stanziata dalla RAS e, dove previsto, l’integrazione dei Comuni di residenza degli stessi lavoratori.
Dignità restituita dal lavoro che queste persone andranno a svolgere nelle loro comunità, con le seguenti attività (che verranno singolarmente progettate ad hoc per ogni singolo, dall’Ente utilizzatore in base alle competenze acquisite dagli stessi lavoratori in questi anni):
– educazione e istruzione, contrasto alla dispersione scolastica,
– accoglienza e inserimento sociale di soggetti svantaggiati e vulnerabili;
– assistenza sanitaria e assistenza sociale;
– cultura turismo e ricreazione;
– inclusione sociale e pari opportunità;
– promozione della cittadinanza attiva e partecipata;
– protezione civile;
– protezione dell’ambiente;
– sport;
– sviluppo economico e coesione sociale;
– tutela e protezione dei diritti e contrasto alle discriminazioni;
– tutela e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale.
Ma la vera “specialità”, sta nell’inversione di marcia sull’assuefazione da ammortizzatori sociali e politiche passive del lavoro. Questa linea di intervento andrebbe attuata, secondo il mio modesto parere, in ogni dove siano presenti dismissioni industriali, tamponante con sterili ammortizzatori sociali che creano solo assistenzialismo, nessuna prospettiva di ripresa lavorativa, e mortificano in maniera spesso molto grave, gli uomini e le donne che li subiscono, soprattutto se avanti con gli anni e impossibilitati a trovare lavoro per i più svariati motivi.
Questo siamo riusciti a fare! Tre anni di duro lavoro ma ne è valsa veramente la pena, e di questo vado particolarente fiera.
Come piccola e giovane segretaria territoriale di una grande Federazione come la FEMCA , sono onorata di aver preso parte in prima persona alla stesura di questo accordo e di questa linea di intervento innovativa, positiva che coprirà questo gruppo di lavoratori per 3 anni, al fine di accompagnarli quasi tutti serenamente alla pensione, prestando la loro attività lavorativa al servizio delle loro comunità, per il benessere del prossimo e dell’ambiente cicostante, cosi come per chi non dovesse andare in pensione nel triennio, abbiamo previsto forme alternative di reimpiego, dopo il triennio, sempre vincolato alla gestione presso le PPAA.
Chiudere il mio primo mandato da Segretaria Generale territoriale, con questo particolare risultato, mi può solo dare ulteriore entusiasmo per portare avanti i valori e l’impegno del nostro grande sindacato, che mette davanti ad ogni cosa la persona e la sua tutela.

Il Segretario Generale FEMCA Nuoro

Kati Contini

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