20/06/2019
Chiesi Farmaceutici: una brutta pagina sindacale da non ripetere

Roma, 20 giugno 2019 – Da molto tempo come Femca Cisl seguiamo l’andamento della contrattazione e le dinamiche di gestione e organizzazione aziendale che riguardano la figura dell’informatore scientifico, figura strategica e fondamentale per tutto il settore Farmaceutico in Italia.

Abbiamo svolto tante iniziative a sostegno e rilancio di questa particolare professione portandone le istanze in tutti i tavoli di confronto sindacale sia a livello di CCNL Nazionale sia nelle migliaia di aziende con le quali ci confrontiamo quotidianamente per trovare le migliori soluzioni di tutela e valorizzazione degli ISF in un sistema farmaceutico molto complesso e in continua evoluzione e trasformazione.

Crediamo prima di tutto nel dialogo e nel confronto, che riteniamo siano le migliori armi per affrontare ogni situazione e che in passato ci hanno permesso di costituire, proprio per affrontare un epocale momento di trasformazione dell’informazione scientifica, l’intero capitolo del WELFARCHIM all’ interno del CCNL chimico e in occasione dell’ultimo rinnovo la costituzione dell’Osservatorio Farmaceutico, che sarà la  sede di confronto per affrontare i forti cambiamenti derivati  dai processi di riorganizzazione aziendale e dall’innovazione dei prodotti e delle tecnologie rappresentando un esempio per tutti e un vero elemento di tutela dei lavoratori.

In Chiesi si è deciso, con una buona dose di superficialità, di non affrontare con il dialogo ed il confronto con le Organizzazioni Sindacali il particolare problema contingente di organizzazione aziendale, scrivendo così una brutta pagina di relazioni sindacali, che va presa ad esempio solo per non essere imitata.

Questi problemi potevano essere risolti e gestiti in maniera diversa con ben altre decisioni sia di carattere organizzativo sia di gestione, come solo ad esempio, la redistribuzione delle competenze di linea di farmaco al reimpiego in altre aree territoriali.

Ad oggi l’azienda convocando le rappresentanze sindacali per il 26 giugno sembra aver capito il drammatico errore, dichiarando di voler ripristinare il dialogo, condizione che ha permesso di sospendere tutte le iniziative sindacali in attesa di un’auspicata soluzione per i lavoratori, che ridimensioni e inquadri questa vicenda per quel che è una brutta pagina sindacale da non ripetersi.

Questa vicenda, che non rappresenta certo un nuovo metodo di ristrutturazione che le aziende applicheranno ma semplicemente un errore di presunzione di una funzione del personale che pensa di avere la verità in tasca ma che invece calpesta anni di buone pratiche del settore farmaceutico, meritando seri provvedimenti fino alla rimozione dall’incarico.

Aldilà di tutto questo rimangono sempre aperti e ancora da affrontare i veri problemi del settore farmaceutico rappresentati da: – Il 90 % dei farmaci con il brevetto scaduto. – Ingenti risorse spese nel pay-back che limitano gli investimenti delle aziende. – Equivalenza terapeutica, che equipara i farmaci indipendentemente dal grado di ricerca e qualità applicate. – Personalizzazione del farmaco attraverso la Genomica. – Diminuzione di attrattività complessiva del nostro sistema paese causato anche dalle politiche governative nel settore sanità. – Diminuzione in prospettiva di investimenti in ricerca e sviluppo nel settore.

Alcune aziende hanno spinto molto sulla caratterizzazione “commerciale degli ISF” non è questo un dato riscontrabile su tutto il panorama nazionale ma è un contesto su cui dobbiamo lavorare per ridare al settore dell’informazione farmaceutica un maggiore ruolo scientifico.

Dobbiamo invece affrontare tutto l’insieme dei problemi facendo fronte comune a partire dalla convocazione dell’Osservatorio Farmaceutico Nazionale, vero momento di confronto con Farmindustria dove assieme cercheremo ti trovare le soluzioni più idonee ai problemi del settore.

La Segreteria nazionale Femca Cisl

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