19/12/2017
Borsalino, rabbia e delusione per il fallimento della storica azienda di cappelli

C’era una volta, oggi non c’è più, un triste “ritornello” che nel nostro Paese tende a ripetersi troppo spesso, negli ultimi anni. Borsalino è una parola, un marchio, una Storia che non ha bisogno di molte presentazioni, un cappello nato dall’ingegno dell’alessandrino Giuseppe Borsalino  il 4 aprile 1857,  un’eccellenza conosciuta in tutto il mondo, anche grazie al lavoro di tante lavoratrici e lavoratori.

Purtroppo la storica azienda nata 160 anni fa ad Alessandria per poi sbarcare ad Hollywood è fallita: il verdetto è arrivato il 18 dicembre 2017 dal Tribunale di Alessandria, a causa di difficoltà finanziarie venute a galla a partire dal 2015,  poi esplose in seguito ad una serie di operazioni portate avanti nel settore del gas da uno dei soci della proprietà di allora, Marco Marenco, che ha accumulato debiti per 3 miliardi e mezzo di euro.
Il giudice Caterina Santinello, presidente del Tribunale civile di Alessandria, ha emesso la sentenza rigettando la seconda richiesta di concordato preventivo presentata dal cda della società: la prima era stata revocata un anno fa, dopo che a marzo 2016 lo stesso tribunale aveva ammesso Borsalino alla procedura.

Un secondo dopo la notizia del fallimento i primi a reagire, com’è naturale, sono stati i 130 dipendenti dell’azienda di Spinetta Marengo, insieme alle organizzazioni sindacali che hanno subito organizzato un’assemblea in fabbrica per far sentire la propria vicinanza ai lavoratori; i quali, insieme alla cittadinanza, hanno manifestato tutta la propria delusione, rabbia e  preoccupazione per un futuro incerto:

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I 130 dipendenti hanno dato vita ad un presidio davanti ai cancelli dell’azienda di Spinetta M.go (AL). “Questa è una situazione che ha dell’assurdo, perchè il lavoro c’è  e ci sono ordini, per questo, dopo la decisione del tribunale non si può che essere arrabbiati», lamentano alcune lavoratrici. “Mi sento come nel 1986, quando abbatterono la ciminiera”, le parole di un cittadino dopo aver appreso della brutta notizia che ovviamente ha avuto un risalto mediatico nazionale ed internazionale, perche’ questo è un prodotto italiano d’eccellenza conosciuto in tutto il mondo.

Fa sapere Claudio Cavallaretto, sindacalista della Femca Cisl terr.le (settore tessile), che ha seguito la complicata vicenda dall’inizio: “Naturalmente siamo delusi perché il fallimento non è mai un bel percorso, ma anche in altre realtà si è ripartiti. Non so prevedere il futuro ma alla Borsalino il lavoro c’è e, alla luce di questo, ci attrezzeremo per andare avanti, nonostante non manchino le preoccupazioni in un Paese, come il nostro, dove lavoro, invece, non ce n’è. Anche per questo ci muoveremo a tutti i livelli, politici e sindacali, mettendo in campo tutte le azioni possibili”.

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